L’Ossigeno iperbarico e il trasporto degli organi
Sono passati dieci anni dal giorno in cui il Centro Iperbarico Ravenna ha brevettato un dispositivo iperbarico portatile per il trasporto degli organi: era esattamente il 18 dicembre del 2003 e il dispositivo è nato da un’idea del Dott. Longobardi e del prof. Rubbini Michele.
La sperimentazione è stata svolta su fegati di topo e maiale. Gli obiettivi erano quelli di riuscire a utilizzare fegati prelevati da donatori con cuore non battente per consentire l’uso dei fegati marginali (o parti di essi) e aumentare i tempi di conservazione fino a 24 ore (attualmente il fegato viene conservato tra 0 e 4 gradi in ipotermia statica e trapiantato entro 12-15 ore).
I risultati sono stati sorprendenti perché abbiamo scoperto che il fegato di topo e maiale, perfuso 24 ore in ossigeno iperbarico, rimane più vitale e resiste più a lungo rispetto alle condizioni tradizionali: mantiene il normale potenziale di membrana mitocondriale, non presenta alterazione morfologica della struttura cellulare, mantiene normale attività dell’endotelio e normale produzione della bile.
La sperimentazione sugli animali è stata positiva e da quel momento il Centro Iperbarico ha avviato importanti collaborazioni con l’Università di Bologna, dipartimento di patologia clinica, per portare avanti e perfezionare il progetto scientifico.
Confermare lo stesso successo anche sul trapianto di organi umani non sarà semplice ma rimane l’obiettivo per il futuro.
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