Spondilodiscite: 4 mesi di inferno. Qual è la cura giusta?
A scrivere è Giovanna perché preoccupata per suo padre, affetto da un’infezione in seguito ad un’operazione al colon per un polipo di 11 cm.
Carissimo Dott. Longobardi,
le scrivo perché voglio un suo consiglio, anzi una sua mano, sempre se è possibile. Le racconto la storia di mio padre.
A giugno mio padre è stato operato al colon perché aveva un polipo di 11 cm. I primi giorni dopo l’operazione è stato bene ma il secondo giorno ha iniziato ad avere febbre, a sentirsi poco bene e tutto questo perché aveva un buco all’intestino scoperto solo pochi giorni dopo l’operazione. Gli hanno fatto dei controlli e si sono accorti di questo problema che lo ha portato a sviluppare un’infezione (non le spiego tutti i particolari perché so che può immaginare da cosa è stato provocato).
Mio padre è stato alla clinica Santa Rita che si trova a Benevento per un mese, dopo di ché, a fine luglio, è stata chiusa per ferie e mio padre e stato spostato nell’ospedale Fatebenefratelli sempre a Benevento. Qui per un mese non gli hanno fatto niente e mio padre è stato male, davvero male, al punto che io pensavo e avevo paura che mio padre non c’è l’avrebbe fatta.
Non riusciva neanche più a parlare con me al telefono (io vivo negli stati uniti) per colpa della febbre e dei dolori alle caviglie e ai gomiti ma i dottori dicevano che era artrite. Nessuno faceva niente perché il dottore della clinica era in ferie e aveva lasciato detto che se la doveva vedere da solo quindi nessuno si è preso cura di lui per un mese. Può immaginare l’inferno che stava passando.
Finite le ferie estive è finalmente ritornato il primario dell’ospedale Ftebenefratelli e la mia famiglia si è arrabbiata tantissimo con lui perché quello che stava succedendo era troppo. Lui, molto gentile, finalmente si è preso cura di mio padre e ha deciso di mettergli una protesi che gli ha permesso di stare meglio e di tornare a casa (era inizio settembre).
Per un paio di settimane è stato benino, ma trascorse queste qualcosa ha smesso di andare. Mio padre ha iniziato a soffrire di dolori fortissimi alle caviglie, i piedi si erano gonfiati, non riusciva a camminare, gli si era gonfiato il dito della mano destra e aveva dolori fortissimi, tra cui un male insopportabile alla schiena e alle anche con febbre alta. Abbiamo deciso di chiamare l’autoambulanza e portarlo in ospedale (io mi trovavo con lui).
Arrivati nel pronto soccorso gli hanno dato un antidolorifico ma il dolore non si è calmato, a questo punto gli hanno fatto la morfina per alleviarlo. Ho chiesto al dottore se gli avevano fatto le analisi del sangue perché mia cognata è pediatra e me l’aveva suggerito, ma il dottore, dopo avermi risposto di no, si è arrabbiato dicendomi di non interferire con il suo lavoro e che se non ero d’accordo con la sua diagnosi avrei potuto denunciarlo una volta che mio padre fosse stato dimesso. Dopo una nottata in pronto soccorso mio padre è stato dimesso.
Tutto questo è successo il 21 settembre, il giorno dopo mio padre è stato male e non riusciva ad alzarsi e a stare in piedi. Il 24 mattina mi padre stava male, ha trascorro la nottata tra dolori e non riusciva a respirare perciò lo hanno riportato in ospedale ma questa volta all’ospedale Civile di Benevento.
Qui gli hanno fatto le analisi e dai primi risultati i dottori pensavano che avesse un tumore ma in seguito ad altri accertamenti hanno capito in realtà è affetto da spondilodiscite che gli ha colpito la spina dorsale. Ha tre vertebre indebolite quindi gli hanno detto di stare fermo nel letto senza alzarsi e hanno iniziato una cura di antibiotici, grazie a questa cura è migliorato e dopo 2 settimana lo hanno mandato a casa nonostante non si sentisse ancora del tutto bene.
Mentre era a casa ha continuato sempre a prendere gli antibiotici e antidolorifici ma dopo un paio di settimane gli è tornata di nuovo la febbre. Il 29 settembre ha fatto la risonanza magnetica, il giorno dopo aveva di nuovo la febbre alta e gli sono incominciati i dolori alla schiena.
Abbiamo chiamato in ospedale per sapere i risultati della risonanza magnetica e il dottore ci ha detto che non era venuta bene per cui ci saremmo dovuti tornare. Tutto questo è successo il venerdì, il sabato mattina ci hanno detto che la terapia antibiotica che mio padre ha seguito a casa non ha funzionato e che la malattia è peggiorata, l’infezione si e sparsa.
Io vorrei un consiglio da lei, glielo chiedo con tutto il mio cuore perché noi figli insieme a mia madre non sappiamo cosa fare. Qual è la cura giusta? Questa malattia si cura solo con antibiotici? Mio padre tornerà alla normalità?
Mio padre è stanco di soffrire, sono 4 mesi che soffre e sta nel letto quanto invece era una persona molto attiva (ha 63 anni).
Carissimo dott aspetto una sua risposta e un suo consiglio.
Grazie,
Giovanna
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Claudia Rastelli
Gentile Sig.ra Giovanna,
sono molto dispiaciuta per le sofferenze di suo Padre e per le tribolazioni della sua Famiglia.
Dalla lettera traspare nettamente il senso di abbandono e il dolore che lei e suo padre state attraversando, mentre risulta meno chiaro il quadro clinico e gli esami fin ora eseguiti per giungere alla diagnosi di Spondilodiscite. Da quanto percepisco dalla mail il quadro mi sembra assai variegato e complesso.
Le descrivo qual è il protocollo seguito al Centro Iperbarico di Ravenna per la Spondilodiscite. Innanzi tutto la diagnosi è fatta in base a esami strumentali quali Risonanza Magnetica della colonna vertebrale o TC, segue una diagnosi microbiologica dopo aver effettuato una biopsia del tessuto infetto per isolare il germe responsabile dell’infezione ed eseguire un antibiogramma alla ricerca degli antibiotici specifici.
Una volta fatta la diagnosi consiglio una visita con un Ortopedico che potrà definire se ci sono le indicazioni ad un intervento di pulizia chirurgica del sito infetto o se basterà eseguire la terapia antibiotica specifica in associazione a sedute di Ossigenoterapia Iperbarica (sempre che non ci siano controindicazione a questa terapia).
La camera iperbarica favorisce l’arrivo dell’antibiotico in maggiori quantità là dove serve, inoltre ha un azione batteriostatica/battericida e antiinfiammatoria che aiutano a migliorare il quadro clinico e velocizzare la guarigione. In aggiunta la terapia iperbarica favorisce l’attività degli osteoblasti a deporre nuovo osso nella sede di lesione.
Per tenere sotto controllo il dolore consiglio una visita presso un centro di terapia Antalgica dove potranno consigliarle un’adeguata terapia antidolorifica.
Importante sarà poi effettuare , passata la fase critica, una riabilitazione motoria per mantenere un adeguata postura e preservale il tono muscolare.
Non avendo ben chiaro l’intero quadro clinico e lo stato di salute generale di suo padre non posso esprimermi in prognosi e consigli.
Sperando che la situazioni migliori, le porgo i miei più cari saluti,
Dott.ssa Claudia Rastelli
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