Baseline Project, anche Gian Luca in missione per il Mediterraneo
Baseline Project è un’affascinante progetto lanciato nel 2009 dalla GUE, GLOBAL UNDERWATER EXPLORER, con lo scopo di documentare le condizioni di base in ambienti sottomarini inesplorati.
Il progetto Baseline nasce dall’esperienza dei presidi GUE esistenti e si basa sulla collaborazione di subacquei volontari, di scienziati, del governo e di tutti i cittadini interessati. L’idea è quella alla base della sharing economy, la condivisione: si vogliono incoraggiare le persone a condividere immagini e registri di immersione già raccolti per i record personali caricandoli sulla piattaforma dedicata al progetto. In questo modo tutto il materiale raccolto potrà essere utilizzato per una comprensione più profonda del luogo visitato da avventurieri di tutti i giorni.
Dal 15 agosto al 23 settembre 2014 nell’ambito del Baseline Project è stata organizzata una missione nel Mediterraneo a cui ha partecipato anche Gian Luca Baroni, tecnico iperbarico del nostro Centro.
Gian Luca ha preso parte alla spedizione come volontario, con il supporto del Centro Iperbarico: ha lavorato per 39 giorni insieme a un team di subacquei con l’obiettivo di monitorare e filmare i fondali, relitti e siti archeologici del Mediterraneo, tracciando una linea di base ambientale inserita nel progetto mondiale su tutti i mari del pianeta.
Lo staff subacqueo era formato da professionisti delle immersioni tecniche della GUE provenienti da tutto il mondo e coordinati dall’istruttore Mario Arena. I volontari sono partiti da Palma di Maiorca a bordo della nave PACIFIC PROVIDER che in 39 giorni ha toccato le incantevoli coste di Spagna, Corsica, Sardegna, Tunisia, Malta, Pantelleria e delle isole Eolie.La nave, lunga 54 metri e appositamente attrezzata per questa campagna, era equipaggiata con due sommergibili con capacità operativa di 300 metri di profondità, due tender da 8 metri con sonar d’assistenza, stazione di stoccaggio, ricarica e miscelazione gas (TRIMIX) per sommozzatori in alto fondale con autorespiratori a riciclo (rebreather) operativi fino a 130 metri di profondità, cabina di regia per la visione delle immagini acquisite e montaggio dei documentari.
A bordo era disponibile una camera iperbarica multiposto di assistenza ai subacquei, allestita per trattamenti in aria, respirazione ossigeno ed eliox 50/50 (della quale era responsabile Gian Luca) e due missili per ricerca satellitare Australiani.
L’ultima parte della spedizione è stata gestita in collaborazione con la Sovrintendenza ai Beni Archeologici della regione Sicilia e ha visto la partecipazione de l sovraintendente Professor Sebastiano Tusa, membro dell’Accademia Internazionale delle Scienze e Tecniche Subacquee di cui fanno parte anche il Presidente del Centro iperbarico Ravenna, Faustolo Rambelli e il Direttore sanitario, dottor Pasquale Longobardi.
Durante la missione, al largo delle isole di Panarea e Stromboli, sono state fatte due scoperte incredibilmente affascinanti: una nave greca con un carico di circa 5000 anfore e, in un fondale di 120 metri, un altare per sacrifici con decorazioni e scritte elleniche.
Il video di sintesi dell’operazione ha appassionato moltissime persone in tutto il mondo: in Italia è stata trasmessa da RAI UNO (Linea Blu), all’estero dalla BBC e da MTV, inoltre ha ottenuto un’ampia risonanza sulla stampa nazionale e internazionale. Prossimamente negli USA sarà persino realizzato un reality con a tema questa bella esperienza e noi siamo felici di esserci stati, in qualche modo, vicini.
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