L’ossigeno dell’amore: il racconto di Giampietro [parte 2]
Abbi fede!!!
“Abbi fede e vedrai”, mi disse il fisioterapista di Medicina Ravenna. In effetti tra le camere iperbariche e la piscina ho visto promettenti segnali di miglioramento e l’inizio di un processo di guarigione. Eppure la prima volta che mi furono proposte le camere iperbariche, esclamai : “Non sia mai, io fare le camere iperbariche? Vade retro!!! Chiuso in una stanza, claustrofobico come sono?”.
Ecco, non dite mai: “Non lo farò” e “Non ci andrò”, “E’ impossibile per me”, perché spesso e volentieri la storia ribalta le situazioni e accade l’esatto contrario. A volte accade proprio quello che non vorresti e si rivela un bene. Nel mio caso è stato senza ombra di dubbio così.
Pian piano mi sono lasciato trasportare dagli eventi decidendo di volta in volta il passo successivo da fare. Avete presente quando al mare assumiamo la posizione di galleggiamento cosiddetta “del morto”? E ci sentiamo ondeggiare, resistiamo e lavoriamo per stare in equilibrio, non siamo passivi del tutto e siamo contenti oltretutto. Ecco, per me è stato lo stesso: ero contento di stare in equilibrio e allo stesso tempo farmi dirigere verso Ravenna.
Entrando in una camera iperbarica all’inizio si può provare un senso di smarrimento esistenziale e si potrebbe essere assaliti da spigolose domande sempre alla moda: chi sono? Da dove vengo? Dove vado? Che ci sto a fare qui? Perché a me? Non vi preoccupate, forse è da tempo che non vi capitava di sintonizzarvi con le ragioni del vostro cuore e di stare un po’ da soli con i vostri pensieri. Impresa ardua per l’uomo post-moderno iper-stressato e sempre di corsa. Allora che facciamo? Naufraghiamo? No! Ci tuffiamo? Sì!.
Mi raccomando indossiamo la maschera (o fai il sub o fai le camere iperbariche, sempre una maschera e dei tubi devi usare… Più passa il tempo e più colgo tante somiglianze… Tra l’uomo iperbarico e l’uomo subacqueo). Poi ti giri intorno, cercando di scrutare l’ambiente e l’orizzonte, cioè la fine della stanza, e ti soffermi ad osservare cosa fanno i “colleghi” già esperti o i “veterani” di lunga militanza. Apparentemente uomini di un altro pianeta, astronauti, che tanto per cambiare cosa respirano? Prova a indovinare?
La prima “prima volta” ebbi la grazia divina di sedermi proprio vicino alla porta. Decisamente un uomo coraggioso! Ecco ero pronto a darmela a gambe levate al minimo segnale di crisi, ossia attacco di panico. Infatti all’inizio, chiusa la porta, incominciò a fare un gran caldo, neanche fossimo 40° all’ombra. La sensazione di crollare salì alle stelle. Manifestai palesemente questo malessere: “Cominciamo bene… Non mi sto sentendo!!!”. Di fronte un paziente subito m’incoraggio: “È normale”. Questa parola ebbe un effetto placebo. Presi un sorso d’acqua e quella strana sensazione si dileguò rapidamente, anzi evaporò insieme ad altri pensieri nocivi… Quando si dice che le buone parole hanno il potere di esorcizzare.
E la musica? Un signore raccontava di concentrarsi sulla canzone “Il Cielo d’Irlanda” e di cantarla a squarciagola in play-back (ovviamente). Beh ve la immaginate una bella cantata prima di iniziare? O alla fine per festeggiare? L’inno iperbarico: fratelli di camera uniti respiriam contro il nemico e la vita ci darem fino all’ultimo sospiro (questo è il ritornello). Spesso durante la prima seduta cercavo d’incrociare il suo sguardo sereno… Doveva essere bella quella canzone a giudicare dai suoi occhi. Per farla breve, la prima volta andò tutto bene e dissi: “È fatta, se saranno tutte così…”.
Grossolano errore di valutazione, mai sopravvalutarsi. Non lo avessi mai pensato!!! Nei giorni a seguire fui perseguitato da una forte congestione nasale, che avrebbe potuto compromettere la terapia e i vari sacrifici fatti. Mi raccomando scegliete la vostra canzone preferita e portatela in camera, ascoltatela dentro e cantate, senza gridare of course (giusto per non disturbare quelli della camera a fianco… Stanno leggendo…)
“L’ossigeno dell’amore: il racconto di Giampietro” continua.. L’appuntamento è per martedì 11 agosto sul nostro blog!
Leggi la prima puntata del racconto di Giampietro: L’ossigeno dell’amore: il racconto di Giampietro [parte 1]
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