L’ossigeno dell’amore: il racconto di Giampietro [parte 7]
Il momento critico
Uno dei momenti più belli è quando si apre il portellone, allo scader del 90° minuto, allora esci e trovi una persona che ti aspetta e che ha fatto il tifo per te: questa è una delle medicine più efficaci e senza effetti nocivi. Si potrebbero scrivere tante cose, e ognuno avrebbe da dire e da imparare.
Affrontare queste terapie, come altre, permette all’uomo di conoscersi di più. Ogni giorno, ogni momento è stato buono per combattere contro i propri conflitti interiori, le paure antiche, le ferite primitive dell’infanzia e del presente, senza crollare, senza voler scappare.
L’importante non era che andasse tutto liscio senza intoppi, ma saper reagire di fronte agli imprevisti di vario genere. Anche fermarsi, respirare normalmente e poi riprendere ritengo che sia stato importante per formare il carattere. Cadere si può, è naturale, l’importante è sempre rialzarsi dopo lo caduta. Ho capito che non devi fare lo spavaldo e sentirti un “dio” pensando: “tanto ormai non ho più problemi” perché a volte bisogna essere onesti e umili, e quando non ce la fai, puoi chiedere aiuto per non danneggiare te e gli altri.
Così fu il giorno che affrontai la seduta n° 29. Ormai non avvertivo particolari difficoltà nell’approccio alla terapia. Nei giorni precedenti ero stato di nuovo alle prese con la mia congestione nasale. Non respiravo malissimo ma non riuscivo a riposare durante la notte. Avevo trascorso una brutta nottata e per l’ennesima volta avevo assunto delle gocce decongestionanti che alla fine si sono rivelate un boomerang. La mattina seguente iniziai la terapia convinto di farcela e invece dopo un pò mi resi conto di avere difficoltà respiratorie e senza perdere tempo attirai l’attenzione dell’infermiera (gesticolando, con lo sguardo perso nel vuoto!!!) e nel frattempo l’adrenalina aumentava. Così mi fecero uscire dalla camera secondaria dove mi aspettava il medico per prendermi in consegna e tranquillizzarmi.
Una cosa che sinceramente avrei voluto evitare, mostrarmi debole non è il mio forte… Ma anche questo evento è stato fondamentale. Iniziò una nuova fase della mia permanenza a Ravenna, sospesi la terapia per una settimana per recuperare una decente condizione di salute. In tutto questo fui edificato dall’atteggiamento del dottore che il giorno dopo, incontrandomi, mi disse: “Questa notte pensando a te, ero preoccupato e mi chiedevo cosa avremmo potuto fare per aiutarti”. Dico: avete letto bene? Mi disse che non potevo mollare tutto, in un certo senso dovevo rientrare nella camera e affrontare le mie paure. Così fu e non ci crederete ma vinsi la seconda Iperbaric Champion League!
Oltretutto seguendo il principio di accordare la “verità con la carità”, il medico m’incoraggiò affinché facessi di tutto per uscire da questa situazione, specialmente una volta rientrato a casa: dovevo concentrarmi in questo lavoro di guarigione. Alla fine è vero il proverbio: “Medice cura te ipsum” non c’è miglior medico di se stessi. Prima di amare il prossimo ci tocca avere cura di noi e qui te lo insegnano prima, durante e dopo un trattamento di “benessere” in camera iperbarica. Credetemi, non voglio prendevi in giro, parlo sul serio, ne vale la pena sempre… Perché l’ossigeno è essenziale per il metabolismo cellulare, e a sua volta, l’ossigenazione dei tessuti è essenziale per tutte le funzioni fisiologiche normali. Per dirla breve è “essenziale” e basta. Più chiari di così…
Giovedì prossimo, 27 agosto, ci sarà l’ultima puntata del racconto di Giampietro. Vi aspettiamo in tanti sul blog del Centro Iperbarico!
Leggi le puntate precedenti del racconto di Giampietro:
L’ossigeno dell’amore: il racconto di Giampietro [parte 1]
L’ossigeno dell’amore: il racconto di Giampietro [parte 2]
L’ossigeno dell’amore: il racconto di Giampietro [parte 3]
L’ossigeno dell’amore: il racconto di Giampietro [parte 4]
L’ossigeno dell’amore: il racconto di Giampietro [parte 5]
L’ossigeno dell’amore: il racconto di Giampietro [parte 6]
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