Terapia sclerosante e subacquea: dopo tre settimane Giuliana potrà tornare a immergersi
Giuliana ci scrive per sapere se in seguito a delle iniezioni sclerosanti per una piccola varice del ginocchio sinistro, ci possono essere delle controindicazioni per la pratica dell’attività subacquea.
Questo il messaggio di Giuliana:
Buonasera,
ho recentemente effettuato una visita medica dal flebologo che mi ha proposto 2-3 iniezioni sclerosanti per una piccola varice posta nella cavità posteriore del ginocchio sinistro.
Poiché il medico mi ha spiegato che l’iniezione causa una reazione infiammatoria locale (flebite chimica) che provoca in seguito la trombizzazione ed il successivo riassorbimento del tratto varicoso, sono interessata a comprendere se ci possono essere delle controindicazioni per la pratica dell’attività subacquea (attività ricreativa, circa 25 immersioni all’anno – brevetto di 3° grado).
Grazie per la disponibilità, cordiali saluti
Giuliana
Risponde qui sotto, nei commenti, il nostro dottore Luigi Santarella.
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Luigi Santarella
Buongiorno Giuliana e grazie per l’attenzione e la stima.
L’intervento che le è stato proposto consiste nell’obliterazione chimica (cioè nell’occlusione) di varici (dilatazioni patologiche permanenti di un tratto di vena) mediante iniezioni ripetute al loro interno di una sostanza sclerosante.
Questo intervento può essere curativo, nel caso in cui siano presenti segni e sintomi di insufficienza venosa, o per correggere inestetismi.
Come bene le è stato spiegato dello specialista angiologo questa terapia sclerosante danneggia la parete venosa provocando prima uno spasmo del vaso, poi una trombosi e una reazione infiammatoria che lentamente provoca la chiusura cicatriziale e quindi il riassorbimento del vaso stesso; in questo modo esso si trasforma in un tralcio fibroso.
Nel post operatorio può essere raccomandato l’uso di tutori di compressione per una durata di 3 settimane.
Nel suo caso specifico dobbiamo considerare le possibili interazioni fra l’attività subacquea e questo tipo di intervento. Il punto cruciale da tenere in considerazione è lo stato locale infiammatorio generato dal trattamento sclerosante.
Ormai è stato chiaramente dimostrato come lo stato infiammatorio sia un fondamentale attore nello sviluppo degli incidenti da decompressione: uno stato infiammatorio aumenta il rischio di incorrere in questo incidente.
Risulta quindi appropriato ridurre questo rischio aspettando un periodo di tre settimane dopo l’intervento che è necessario per una normalizzazione dello stato infiammatorio locale.
Il mio consiglio è quindi quello di attendere tre settimane dopo l’ultimo trattamento sclerosante, che le venga prescritta o meno la terapia compressiva. Solo dopo aver effettuato una visita di controllo presso lo specialista che ha effettuato l’intervento e una successiva visita di idoneità all’attività subacquea presso un medico specialista in medicina subacquea potrà riprendere l’attività subacquea in tutta tranquillità.
Per qualsiasi altra informazione può contattare la segreteria del Centro Iperbarico allo 0544- 500152, o via mail (scrivici@iperbaricoravenna.it).
Un caro saluto,
Dott. Luigi Santarella
Laurea in Medicina e Chirurgia all’Università Alma Mater Studiorum di Bologna, n. ordine dei Medici Chirurghi di Ravenna: 3151
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