Frattura al perone: dopo un mese di immobilizzazione il callo osseo è scarso, cosa fare?
Sonia è preoccupata per suo figlio: dopo una frattura al perone, anche se è stato immobilizzato per un mese il callo osseo è scarso, cosa fare?
Salve dottore,
oggi mio figlio ha tolto la mezza valva dopo un mese di immobilizzazione, solo che presenta scarso callo osseo, lieve edema perimalleolare con dolorabilità alla digito pressione dell’apice malleolo peroneale.
Sono molto preoccupata, può darci dei consigli?
Grazie
Leggi qui sotto la risposta del nostro staff medico infermieristico e poi approfondisci i nostri percorsi di riabilitazione cliccando qui:
Maddalena Vassura
Buongiorno signora Sonia,
mi dispiace molto che suo figlio sia incorso in questo brutto infortunio.
Da ciò che mi ha scritto, mi sembra di capire che la frattura fosse composta e che sia quindi stata trattata in maniera conservativa (cioè senza intervento chirurgico).
In condizioni normali, dopo la frattura, a livello dei frammenti si forma un ematoma che viene alimentato dalla rottura dei vasi presenti nell’osso.
Questo consiste nella prima fase del processo di guarigione: i margini della frattura vanno in contro a morte cellulare e il coagulo, derivante dall’ematoma, viene infiltrato da cellule come macrofagi, globuli bianchi, fibroblasti e mastoblasti. L’osso necrotico in questo modo viene rimosso.
Il coagulo è attraversato da vasi (arteriole) che apportano ossigeno e da elementi cellulari che determinano la formazione del callo fibroso.
Il callo fibroso, tra la terza e la quarta settimana dalla frattura, inizia a trasformarsi in callo osseo; da qui origina la calcificazione del tessuto che porterà alla trasformazione in osso strutturato.
Solo, indicativamente, dopo sei settimane dall’evento traumatico, ha inizio la fase di rimodellamento che nelle settimane o nei mesi seguenti, ricostituisce l’integrità e le normali caratteristiche biomeccaniche iniziali del segmento scheletrico lesionato.
Nel caso specifico, considerando che l’infortunio si è verificato solamente quattro settimane fa, credo che il quadro possa essere plausibile in relazione al tipo di lesione (la frattura spiroide normalmente ha tempi di guarigione più lunghi).
Le consiglio però di verificare insieme al medico di sua fiducia che non ci siano fattori che impediscano la normale evoluzione dei processi riparativi (ad esempio un mal allineamento osseo).
Una volta verificato ciò, tenga conto dell’importanza di mantenere in scarico l’arto: suo figlio deve deambulare con gli antibrachiali (stampelle) ed esistono diverse terapie che possono coadiuvare e velocizzare la guarigione.
Prima tra tutte l’ossigenoterapia iperbarica che funge da “catalizzatore” dei fisiologici processi riparativi, ma anche la magnetoterapia e la fisioterapia che può essere d’aiuto per il trattamento del dolore e per evitare che insorgano danni secondari (es. rigidità articolare).
Nel nostro Centro la figura di riferimento per la gestione di un percorso di questo genere, è il Dott. Fontana: fisiatra coordinatore del settore riabilitativo del Centro Iperbarico di Ravenna.
Nel caso fosse interessata a prendere appuntamento, o per avere altre informazioni, la invito a contattarci al numero: 0544 500152
Spero di esserle stata utile,
cordiali saluti.
Maddalena Vassura
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