Ulcere croniche alle gambe: che fare?
Cristian ci contatta perché soffre di ulcere croniche alle gambe, le quali non accennano a guarire nonostante le medicazioni e lo impediscono nelle attività quotidiane. Ecco cosa ci scrive:
Buongiorno a tutti,
da 14 anni soffro di ulcere alle gambe, non ho il diabete, la circolazione è buona anche se ultimamente hanno riscontrato un’ostruzione alla piccola safena: dovrebbero operarmi ma solo se le ulcere guariscono.
Da tre settimane malgrado le medicazioni non ho riscontrato miglioramenti e in più ora non riesco ad andare a lavorare e a svolgere attività fisica.
La vulnologa ritine che sia neuropatia e mi vuole dare una cura, ma io prendo anche del tolep per l’epilessia, anche se non ho avuto più crisi.
Aspetto gentilmente un vostro riscontro,
Grazie,
Cristian
Leggi qui sotto la risposta del nostro staff medico infermieristico e poi approfondisci i nostri
percorsi di cura per le ulcere con difficoltà di cicatrizzazione cliccando qui:
Buongiorno Cristian,
Grazie mille per averci contattati. Mi dispiace per la sua attuale situazione. Come mi espone, amplificato dall’ostruzione della piccola safena, è molto probabile che si tratti di un’ulcera ad eziologia venosa, che nasce appunto in una condizione di insufficienza venosa.
Il sistema venoso, deve riportare verso il cuore il sangue refluo dai tessuti. Nelle gambe, nei casi in cui il deflusso venga rallentato od ostacolato, la pressione aumenta: si verifica così una stasi del sangue e della linfa, con gambe che si gonfiano. Questa condizione impedisce all’ossigeno e alle sostanze nutritive presenti nel sangue di svolgere la loro funzione fisiologica di nutrimento dei tessuti e di guarigione delle ferite. Quando le gambe si gonfiano tanto, la pelle perde la sua elasticità e si lacera, dando origine all’antipatica ulcera venosa.
Come si affronta una condizione simile?
Prima di parlare della terapia dell’ulcera è necessario confermare o escludere l’insufficienza venosa attraverso l’esame strumentale Ecocolordoppler, che permette di esplorare i vasi sul versante arterioso e venoso delle gambe e capire da dove deriva il problema.
Una volta ottenuto il referto dell’ecocolordoppler che conferma la patologia venosa, si passa al bendaggio compressivo, che è la prima scelta nel trattamento delle ferite degli arti inferiori, poiché va a comprimere i liquidi presenti nella gamba spremendoli verso la circolazione interna, diminuendo così la pressione all’interno delle gambe e quindi il gonfiore stesso, che è una delle cause principali delle ferite.La guarigione delle ferite avviene con la migrazione della pelle dall’esterno verso l’interno della ferita, e si realizza solo quando vi è un tessuto sano, in cui arriva la giusta quantità di sangue e nutrienti.Gli obiettivi principali sono quindi sgonfiare la gamba, aumentare la pompa venosa e il riassorbimento dei liquidi, aumentare l’apporto di ossigeno e sostanze nutritive utili per la guarigione.
Per quando riguarda invece il nostro percorso per i pazienti che presentano con ulcere alle gambe
è prevista una visita con medico e infermiere specialista per rilevare i parametri generali e specifici per l’inquadramento dell’ulcera e della sua situazione clinica generale:
– rilevazione dei parametri vitali (pressione arteriosa, frequenza cardiaca, glicemia, emoglobina, saturazione)
– conoscenza della storia clinica (malattie concomitanti, farmaci assunti, allergie, intolleranze, dieta e stile di vita)
– Misurazione Indice ABI (Ankle Brachial Index): rapporto fra pressione alla caviglia/pressione al braccio. Se < 0.9 indica che vi è un problema di arteriopatia, quindi di “arrivo di sangue” alle estremità.
– Ossimetria Transcutanea (TcpO2): metodologia non invasiva per misurare la pressione parziale di ossigeno presente nell’area delle ulcere. Utile per stabilire le probabilità e le previsioni di guarigione, in relazione al percorso che si andrà ad effettuare.
– Laser Doppler Flussimetria: metodologia non invasiva che fornisce informazioni sulla perfusione dei tessuti e sulla capacità residua del microcircolo di rispondere a stimoli.
– altre rilevazioni (mappatura delle dimensioni della ferita, stadiazione Falanga, pH, ecc…) per la decisione delle medicazioni da utilizzare e determinarne la frequenza.
Infine, mi ha parlato di questo dolore, che è un aspetto assolutamente prioritario e da non sottovalutare. Andremo ad approfondirlo con esami specialistici e valutazioni multidisciplinari per comprendere la causa e per affrontarlo nel modo più adeguato per la sua situazione clinica, intervenendo sull’aspetto farmacologico, sui comportamenti da adottare a domicilio, sulle medicazioni che faremo per ridurlo.
Per affrontare il dolore, il Centro Iperbarico di Ravenna ha messo a punto dei percorsi di cura con l’impiego della tecnologia FREMS™ (Frequency Rhythmic Electrical Modulation System) che opera senza effetti collaterali e riducendo o eliminando totalmente il ricorso a farmaci. Per maggiori informazioni sulla terapia FREMS™ la invito a leggere i nostri articoli a riguardo.
Spero di aver soddisfatto la sua richiesta!
Cordiali saluti,
Ilaria Succi
Infermiera Centro Cura Ferite Difficili del Centro Iperbarico di Ravenna
Per saperne di più
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