Gangrena della falange: cosa fare?
Serena chiede un parere in merito ad una diagnosi appena ricevuta di gangrena alla falange.
Ecco il suo messaggio:
Gentili Signori,
richiedo cortesemente un consulto ulteriore da parte vostra, riguardo la diagnosi che mi è stata fatta oggi 6 dicembre: “Segni di gangrena circoscritta della falange ungueale e di flogosi del dito. Inoltre irc esiti di ictus con deficit emisoma sinistra”.
Vi ringrazio per l’attenzione,
Serena
Risponde, nei commenti, il nostro personale medico infermieristico.
Successivamente, visita la nostra pagina dedicata alle ferite difficili:
Sofia Fioravanti
Gentile Serena, grazie per averci scritto. Mi spiace molto per la condizione nella quale lei ed il suo familiare vi state trovando.
Nella sua richiesta mi parla di gangrena circoscritta, ovvero di una condizione che si crea perché ad una specifica parte del corpo viene a mancare, per qualsivoglia ragione, ossigeno. In questo caso tale problematica è supportata dalle patologie concomitanti quali l’ictus e l’insufficienza renale cronica.
L’ictus, infatti, se di origine ischemica, provoca arteriopatia diffusa; l’insufficienza renale, invece, è correlata al mancato flusso sanguigno dal momento che innesca il rilascio di sostanze tossiche provenienti dal tessuto ischemico.
La Prima cosa da fare è controllare e correggere i fattori di rischio all’aterosclerosi quali: fumo, colesterolo e trigliceridi elevati, diabete, ipertensione arteriosa, obesità e sedentarietà. Occorre quindi effettuare educazione alimentare, eseguire riabilitazione per ridurre per quanto possibile gli esiti dell’ictus e implementare l’attività fisica. È inoltre fondamentale proteggere l’arto dal freddo, il quale provoca un’ulteriore vasocostrizione.
Fondamentale, qualora non lo abbia già fatto, è l’esecuzione di una visita presso un chirurgo vascolare per escludere problemi ad altri distretti e tutte le eventuali possibilità di risoluzione (es: rivascolarizzazione)
A questo punto può eseguire una visita con un team di esperti. Presso il nostro Centro, ad esempio, si esegue una prima visita con medico ed infermiere durante la quale si valuta lo stato di salute generale del paziente (quali patologie ha, quali farmaci prende), le condizioni della sua ferita (quanto è grande, se granuleggia -è “rossa”- o è necrotica -nera), quanto ossigeno arriva alla zona della lesione e come va la circolazione. Viene infine valutato il dolore, componente di solito molto presente in questo tipo di problema.
A partire da questi dati si crea un percorso personalizzato che può comprendere:
1. OTI, ovvero l’ossigeno terapia iperbarica. In questi casi è molto utile in primis perché promuove la neoangiogenesi (si creano nuovi vasi, definiti circoli collaterali, i quali portano sangue alla zona “bypassando” un’eventuale ostruzione) e in secondo luogo perché favorisce la produzione di monossido di azoto. un potente vasodilatatore e antibiotico naturale che aiuta a combattere quella flogosi di cui parla, che altro non è che una condizione di infiammazione. Portando ossigeno al tessuto sofferente si demarca quindi la necrosi e si salvano quelle cellule destinate all’apoptosi, ovvero alla morte programmata. É importante sottolineare come NON ripristini le cellule già morte.
Le sedute in camera iperbarica durano 90 minuti, si è insieme ad altri pazienti e si è sempre accompagnati da un medico oppure da un infermiere.
2. Medicazioni, volte a “seccare” la parte affetta da gangrena, così da circoscriverla e favorirne il naturale distacco. Vengono di solito fate con iodopovidone e garza iodoformica.
3. FREMS, una terapia che utilizza segnali elettrici biocompatibili utili, nel suo caso, a stimolare il micro circolo; può inoltre avere un effetto benefico in caso di dolore. Il programma specifico di trattamento ed il numero di sedute vengono decide dal medico. Si parla di solito di pacchetti di 15 sedute da eseguire quotidianamente attraverso piccoli elettrodi transcutanei nell’area da trattare. Il paziente si sdraia sul lettino e una volta applicati gli elettrodi si inizia il trattamento che dura circa 30 minuti.
Tutto il Centro è a vostra disposizione. Per dubbi, domande o per prenotare una visita le suggerisco di contattare la nostra segreteria al numero 0544 500152 o via mail all’indirizzo scrivici@iperbaricoravenna.it
Ringraziandola per la fiducia accordataci, le porgo cordiali saluti.
Sofia Fioravanti
Infermiera Centro Cure Ferite Difficili del Centro Iperbarico di Ravenna
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