Come aiutare una persona con difficoltà motorie
Ogni giorno sono molti i pazienti che arrivano al Centro Iperbarico di Ravenna accompagnati dai propri cari. In tanti anni di attività abbiamo riscontrato che l’aiuto dei familiari è fondamentale per il paziente con difficoltà motorie, non solo dal punto di vista del recupero fisico, ma anche da quello psicologico.
L’affetto e l’amore di chi ci vuole bene sono ingredienti essenziali per migliorare e aiutare la guarigione. Se abbinati ai trattamenti giusti possono davvero fare la differenza.
Quando i pazienti arrivano presso il nostro Centro sono affiancati da personale adeguatamente formato, che sa come assisterli nel migliore dei modi in base alla loro patologia. L’assistenza a un paziente non autosufficiente o solo parzialmente autosufficiente spesso comporta la necessità di effettuare sollevamenti, spostamenti, mobilizzazioni e riposizionamenti. Trattandosi molto spesso di pazienti fragili e debilitati, queste azioni di movimentazione diventano molto complesse e rischiose, sia per il paziente, sia per il caregiver (letteralmente “colui che si prende cura”, sia esso operatore sanitario o familiare); si possono ad esempio assumere posture scorrette o eseguire movimenti pericolosi che possono causare danni anche gravi ai muscoli e alle articolazioni.
Consigli per aiutare chi ha difficoltà motorie
Spesso i familiari ci chiedono qualche consiglio su come assistere i propri cari al meglio, preservando il benessere di entrambe le parti. Abbiamo chiesto alla nostra fisioterapista Maddalena Vassura di spiegarci alcuni semplici ed efficaci accorgimenti per facilitare la movimentazione e il trasferimento dei pazienti non autosufficienti o parzialmente autosufficienti.
– Avvicinare il più possibile a se stessi il peso da sollevare: la forza necessaria per sollevare un peso è maggiore via via che il peso si allontana dal nostro corpo. È quindi fondamentale avvicinarsi il più possibile al paziente appoggiando, ad esempio, un ginocchio sul letto, per cercare di ridurre al minimo lo sforzo di sollevamento del peso.
– Mantenere l’equilibrio: è necessario avere sempre una buona base di appoggio per garantire il necessario equilibrio durante il trasferimento dell’altra persona. Un buon metodo per avere maggiore stabilità è quello di divaricare leggermente le gambe e flettere le ginocchia in modo da abbassare il baricentro.
– Utilizzare prese corrette: fondamentali sia per l’incolumità del caregiver che del paziente. Devono essere a mano avvolgente, salde e sicure e possibilmente su segmenti fissi. Quando effettuate sugli arti hanno scopo di sostegno e devono essere prossimali (il più vicino al tronco); se a carico del busto devono essere effettuate sui cingoli scapolo-omerale (zona scapole) oppure pelvico (il bacino).
– Proteggere la colonna vertebrale da sovraccarico: è importantissimo che il caregiver salvaguardi il proprio benessere. Carichi eccessivi o movimenti scorretti possono danneggiare la colonna vertebrale; occorre perciò tenere a mente che lo sforzo muscolare della movimentazione deve essere a carico esclusivo degli arti e che vanno tassativamente evitate torsioni della colonna. Si deve quindi “girare” l’intero corpo accompagnando il movimento.
– Utilizzare gli ausili a disposizione: hanno lo scopo di ridurre il sovraccarico funzionale sulla colonna del caregiver e vengono distinti in “maggiori” (i sollevatori) e “minori”, dove l’aggettivo “minori” va inteso come di più piccole dimensioni e non va riferito alla loro efficacia. Gli ausili “minori” includono teli ad alto scorrimento per la mobilizzazione del paziente allettato o seduto, assi per il trasferimento del paziente in posizione supina o seduta, cinture ergonomiche per il sostegno, il supporto e la deambulazione, teli e fasce ergonomiche con maniglie per il trasferimento e la mobilizzazione, piastre e cuscini girevoli per la rotazione assistita del paziente in piedi o seduto.
Ricordiamo che i consigli presentati in questo articolo sono validi in linea generale, ma vanno adeguati in base alla condizione specifica del paziente.
Oltre ad avere limitate o nulle capacità motorie, infatti, il paziente potrebbe non collaborare, non essere in grado di comprendere o parlare chiaramente. Ci potrebbero essere inoltre anche altri impedimenti a limitare la possibilità di movimentazione da parte del caregiver (come flebo o apparecchiature medicali o spazi ridotti).
È consigliabile quindi sempre chiedere consiglio al proprio medico e operatore sanitario curante per adottare le procedure più adeguate per il proprio caso specifico.
Se volete saperne di più o se volete fissare un primo appuntamento per una valutazione con la nostra fisioterapista Maddalena, potete chiamare la segreteria del Centro al numero 0544 500152 oppure scrivere una mail all’indirizzo: scrivici@iperbaricoravenna.it
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