Arterite di Takayasu: è possibile continuare ad immergersi?
Gloria chiede se può continuare la sua attività subacquea nonostante la sua particolare condizione: ha infatti una vasculite che interessa le arterie.
Ecco cosa ci scrive Gloria:
Gentili Dottori,
vi scrivo perché lo scorso anno mi è stata diagnosticata l’Arterite di Takayasu e seguo una terapia farmacologica con cortisone e altri farmaci.
Ho provato a chiedere al mio reumatologo se posso tornare a fare immersioni, ma lui mi ha detto “meglio di no”, ma senza dare spiegazioni precise.
Attualmente la mia succlavia sinistra è chiusa all’altezza della spalla. Sono consapevole che la mia situazione è particolare e dovrei farvi vedere tutta la mia cartella. Ho intenzione, appena ripeterò la pet di controllo, di prenotare una visita, ma volevo sapere indicativamente se le sono già capitate persone con vasculite dei grandi vasi, che hanno ripreso ad immergersi.
La ringrazio,
Gloria
Risponde il nostro dottore Paolo della Torre
P. della Torre
Gentile Gloria,
l’ Arterite di Takayasu é una Vasculite, una malattia infiammatoria della parete arteriosa, che interessa le Arterie Polmonari, l’Aorta e i suoi rami, ma soprattutto le arterie delle braccia e del capo.
La stenosi della Succlavia Sinistra che riferisci, é la conseguenza della presenza di infiltrato infiammatorio che ha causato ispessimento dell’arteria e il successivo restringimento del lume sino alla sua occlusione.
É una malattia rara che si manifesta preferenzialmente tra il genere femminile, e soprattutto in Oriente, anche per questo non conosco altri sub con questa patologia.
Per la valutazione di idoneitá alla attivitá subacquea, in questo caso, si dovranno ricercare eventuali controindicazioni assolute o relative, innanzitutto considerando la fase della Infiammazione, il buon compenso farmacologico, la tolleranza e gli eventuali effetti collaterali di Corticosteroidi e Chemioterapici che stai assumendo.
Inoltre dovranno essere valutati i sintomi focali che riflettono l’ipoperfusione di un organo colpito o di un arto, escludendo il coinvolgimento delle arterie carotidi e vertebrali, che potrebbe causare diminuzione del flusso di sangue cerebrale, con vertigini, sincope, ipotensione ortostatica, cefalea, disturbi transitori della vista, attacchi ischemici transitori o ictus.
In particolare, nel tuo caso, la stenosi della Arteria Succlavia sinistra, prossima all’origine dell’Arteria Vertebrale puó essere responsabile di sintomi neurologici ischemici o sincope al momento dell’utilizzo del braccio (Sindrome del furto della Succlavia) questo, con un meccanismo di flusso retrogrado attraverso l’Arteria Vertebrale per rifornire la Succlavia nella porzione distale alla stenosi….. Per questo potrá essere utile la consulenza di un Fisiatra.
Si dovrá poi escludere la presenza di sintomi piú generali, come Ipertensione Arteriosa per interessamento delle arterie renali, la retinopatia ischemica e la Insufficienza Valvolare Aortica che spesso compare tra le manifestazioni della Arterite di Takayasu.
Come vedi, sono molti gli aspetti da considerare ma assolutamente non darei per scontato un giudizio di assoluta non idoneitá, che sarebbe superficiale e frettoloso.
Condizione determinante e imprescindibile é l’ottimizzazione della terapia, che permetta di limitare i sintomi e la progressione della Arterite, con scarsi effetti collaterali.
Un saluto,
Paolo Della Torre
Laurea in Medicina e Chirurgia all’Università di Milano e specializzazione in Medicina del nuoto e attività subacquee all’Università G. d’Annunzio di Chieti. N. ordine dei Medici Chirurghi di Roma: 42375
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