Il Morbo di Kienböck: la storia di Chiara
Il Morbo di Kienböck è una sindrome che rientra nella grande famiglia delle osteonecrosi. Oggi raccontiamo l’esperienza di Chiara, una nostra paziente.
Il nostro polso è un’articolazione complessa che collega le ossa dell’avambraccio a quelle della mano. È composto da 8 ossa e, nei pazienti affetti da questo tipo di patologia, non arriva una sufficiente ossigenazione dal sangue a una di esse, il semilunare, perciò tende a necrotizzare.
Spesso l’arto interessato è quello che si utilizza di più, infatti i pazienti che svolgono un lavoro abitudinario e con una maggiore presenza di manualità corrono un rischio superiore di sviluppare questo problema.
Chiara è una paziente che abbiamo avuto in cura con questo tipo di patologia. Oggi vogliamo raccontarvi la sua esperienza al Centro Iperbarico di Ravenna.
Polso gonfio e dolorante
Chiara è una giovane infermiera e, come lo definisce lei, il suo “incubo” è iniziato a novembre 2017 dopo un trauma. I mesi passano ma il dolore no; Chiara non ha mai smesso di lavorare, anche se il polso è gonfio e le fa male. È molto demoralizzata perché, nonostante abbia fatto una radiografia, una scintigrafia e una risonanza magnetica, non ha una diagnosi precisa; nessun antidolorifico ha più effetto, solo indossare un tutore le dà un po’ di sollievo.
Finalmente i medici, dopo 8 mesi, riescono a dare un nome al suo problema: Chiara ha il Morbo di Kienböck. Un ortopedico dell’ospedale di Ravenna la indirizza verso il nostro Centro, così Chiara chiama la segreteria e prenota una visita.
Arrivata al Centro Iperbarico di Ravenna viene visitata dal dottor Andrea Galvani, che le prescrive un ciclo di 30 sedute di ossigenoterapia iperbarica (OTI) a 2,5/2,2 bar, un ciclo di magnetoterapia e una consulenza con il fisiatra, il Dr Francesco Fontana.
Chiara inizia subito il suo ciclo di terapie. Le sedute di OTI si svolgono quotidianamente e durano 90 minuti, un bell’impegno per lei che proprio in questo periodo deve studiare per un concorso. Chiara si arma di tanta pazienza: giorno dopo giorno svolge le sue sedute, si porta i libri per studiare dentro alla camera iperbarica e utilizza queste ore per ripassare tutti gli argomenti.
Gli effetti dell’ossigenoterapia iperbarica (OTI)
I benefici dell’OTI per fortuna non tardano ad arrivare, il polso ha iniziato a sgonfiarsi dopo la settima/ottava seduta e il dolore ha iniziato a diminuire! Sapete perché l’ossigenoterapia iperbarica è una terapia molto utile per questo tipo di patologia? Perché grazie al suo effetto antinfiammatorio e antalgico favorisce la formazione di nuovi vasi sanguigni e di nuovo osso.
Ad inizio gennaio Chiara ha portato la nuova risonanza magnetica al dottor Fontana e dalla dottoressa Belkacem per la visita di controllo: il Morbo di Kienböck non c’è più! Inutile spiegarvi la sua gioia per la bella notizia! Noi siamo felici per lei perché, oltre ad essere guarita, è riuscita a passare a pieni voti il concorso per cui ha studiato in camera iperbarica!
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