Piaga da decubito in ragazzo paraplegico
Maria ci ha contattato tramite il nostro sito per chiederci un consulto sulle piaghe da decubito.
Ecco cosa ci scrive:
Salve, sono la mamma di Marco, 35 anni, paraplegico da 13 anni per lesione midollare completa con atrofia muscolare importante. Da circa due anni vive l’incubo della piaga nella parte del gluteo che è stata operata nel mese di dicembre 2018, ma che si è ripresentata nella stessa zona. Ora ha una ferita aperta sicuramente profonda per mancanza di tessuto muscolare che produce molto essudato giallo. Chiedo se è possibile curarla presso il vostro centro. Attendo Vs. risposta, grazie. Maria
Risponde la nostra coordinatrice infermieristica Klarida Hoxha, specializzata in cura delle ferite difficili:
Buongiorno Maria, mi dispiace per suo figlio e per quello che state passando.
Presso il Centro Iperbarico di Ravenna trattiamo diversi tipi di lesioni compreso quelle da decubito con un’ottica di percorso più che di prestazioni singole come può essere la medicazione o semplicemente la terapia iperbarica.
Prima quindi di dirle se può essere curata presso il nostro Centro c’è da capire quali sono stati gli interventi ed esami di accertamento che ha fatto sino ad ora e come mai sono due anni che la lesione persiste.
Sono da valutare e approfondire, a tale proposito, diversi aspetti.
Innanzitutto la valutazione dello stato nutrizionale. In fase attiva dell’ulcera è necessario un apporto nutrizionale, soprattutto proteico e di micronutrienti, maggiore rispetto a un normale stato in assenza di ulcerazioni. Il corpo ha bisogno di maggiore energia per fare fronte a un “insulto” come è quello rappresentato dalla lesione.
L’utilizzo dei presidi anti decubito è altrettanto fondamentale in quanto la pressione è la principale causa dell’insorgenza della lesione. Rimuovere la causa quindi è fondamentale attraverso lo scarico della zona usando i presidi idonei.
Lei mi parla di una lesione profonda, con assenza di tessuto muscolare. In questo caso si tratta di una lesione di VI stadio e la complicanza più grave può essere rappresentata da insorgenza di infiammazione e/o infezione, che si presenta con abbondante essudato che a seconda delle caratteristiche ci parla e ci fa capire cosa sta succedendo sotto. Questo aspetto va approfondito ulteriormente attraverso esami specifici che servono per identificare la presenza di infezione, soprattutto l’interessamento osseo. Se così fosse il percorso ideale sarebbe la bonifica chirurgica dell’osso, antibiotico terapia mirata, basata su prelievo di tessuto osseo (per identificare il germe responsabile), eventuale chiusura con tecniche a discrezione del chirurgo (lembo/innesto ecc) e ciclo di Ossigenoterapia Iperbarica (OTI) che lavora in sinergia con la terapia antibiotica. Lo scopo dell’OTI è quello di combattere infezione e infiammazione e facilitare la riparazione tissutale.
La risposta quindi alla sua domanda è certamente sì, ma necessita di una serie di accortezze, compreso il fatto che siamo in regime ambulatoriale e non abbiamo possibilità di ricovero.
Può contattarci al numero 0544500152 in qualsiasi momento, per chiederci eventuali ulteriori chiarimenti, una visita di valutazione, per capire le necessità di Marco e decidere insieme il percorso migliore da seguire.
Un caro saluto,
Klarida Hoxha- Coordinatrice infermieristica Centro Cura Ferite Difficili – Centro Iperbarico di Ravenna
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