Piede schiacciato sul lavoro: l’efficacia dell’OTI
L’infortunio sul lavoro, quello che viene definito trauma accidentale, si verifica purtroppo con molta frequenza e provoca spesso danni permanenti più o meno importanti, che nella maggior parte dei casi vanno a condizionare la vita lavorativa e privata della persona.
La nostra coordinatrice infermieristica del settore OTI (Ossigenoterapia Iperbarica), Adriana Pretolani, ci racconta la disavventura sul lavoro capitata ad Albano.
L’infortunio è stato provocato dalla caduta di un bancale di notevoli dimensioni contente materiale edile, che sfortunatamente schiaccia il piede di Albano. E così rimane intrappolato per alcuni minuti, fino a quando un collega, allarmato dalle urla di Albano, non riesce con un muletto a sollevare il bancale e a liberarlo. Il danno è fatto, il piede è gravemente ferito.
Nel caso di Albano, il trauma, pur essendo importante, ha avuto come esito una guarigione rapida e con lievi postumi.
Ma partiamo dall’inizio. Il trauma che Albano ha subito al piede, ha provocato delle fratture pluriframmentarie scomposte, non esposte e senza danno vascolare.
Alla diagnosi in ospedale, compare però un enfisema sottocutaneo (raccolta di aria sotto la pelle circoscritta alla zona dove è avvenuto il trauma), che richiede l’esecuzione di una fasciotomia, l’incisione dei tessuti che permette in questo caso di drenare l’ematoma, di ridurre la pressione sulla zona interessata dal trauma andando a scongiurarne così la sofferenza vascolare e una successiva necrosi.
Viene eseguita anche una osteosintesi per ridurre le fratture. Gli viene confezionata una valva gessata e prescritta una terapia antibiotica indispensabile in questi casi.
I medici dell’ospedale, per evitare il rischio di danni permanenti al piede e facilitare la sinergia delle terapie in atto, pensano di fare iniziare subito ad Albano l’Ossigenoterapia Iperbarica. In questi casi l’OTI è fondamentale, favorisce la formazione di nuovi vasi sanguigni e mobilita le cellule staminali, accelerando i processi di guarigione.
Alla visita, il medico del Centro Iperbarico di Ravenna gli prescrive un ciclo di 15 sedute di OTI. Albano inizia così il suo percorso in camera iperbarica. Sa che non sarà semplice, ma è fortemente determinato a guarire.
Alla decima seduta viene eseguita la visita di controllo; la ferita presenta un tessuto granuleggiante, anche se permane un edema del piede che, fortunatamente, non presenta segni di sofferenza vascolare. Alla quindicesima seduta l’edema appare in netto miglioramento, ma Albano lamenta ancora molto dolore in tutto il dorso del piede.
Perciò viene deciso di proseguire con ulteriori 10 sedute di camera iperbarica.
Albano viene dimesso dal reparto di ortopedia dove era ricoverato e continua la terapia OTI presso il nostro Centro come paziente ambulatoriale fino al termine del ciclo prescritto.
Alla venticinquesima e ultima seduta di ossigeno iperbarico la ferita appare migliorata e anche l’edema si è ulteriormente ridotto, così come il dolore.
A 30 giorni dalla fine della terapia, ho parlato al telefono con Albano per avere novità. Albano ci riferisce che è molto contento e sollevato perché, anche se servirà ancora un po’ di tempo, tutto procede verso la guarigione definitiva.
Forza Albano, ti auguriamo una pronta guarigione e di poter tornare presto alla vita di tutti i giorni!
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