Medicina del dolore al Centro Iperbarico di Ravenna – Trattamenti con Ozonoterapia
Tutti conoscono la funzione fondamentale dell’ozono per l’equilibrio ecologico del nostro pianeta. L’ozono, infatti, limita il passaggio delle radiazioni ultraviolette dall’atmosfera. Questo gas, costituito da tre atomi di ossigeno O3, può anche avere impieghi positivi in campo medico, dato che ha un effetto antinfiammatorio e antidolorifico, fondamentale ad esempio in caso di mal di schiena e lesioni della cute su base vascolare. L’ozono svolge anche un’azione anti-invecchiamento e trova largo impiego nella medicina estetica, ad esempio nella cura della cellulite e di altri fastidiosi inestetismi. I possibili impieghi dell’Ozonoterapia sono quindi molto vasti; il tasso di soddisfazione del paziente che si sottopone a questa terapia è molto elevato e va dal 90% al 100%.
Ne parliamo oggi con la Dott.ssa Erica Ranalli, che ha da poco dato vita a un nuovo percorso di trattamento con Ozonoterapia (GAET, PAET e infiltrazioni locali) al Centro Iperbarico di Ravenna. Siamo molto felici di iniziare questa nuova avventura e sempre più convinti della potenza della multidisciplinarietà!
Dott.ssa Ranalli, che cos’è l’Ozonoterapia?
Il trattamento con ozono è una terapia che utilizza come agente terapeutico un gas, l’ozono appunto, miscelato in piccole percentuali con ossigeno medicale, impiegato sia per via sistemica GAET (Grande Auto-Emo Terapia con Ossigeno-Ozono) sia come Terapia infiltrativa.
Gli effetti biologici dell’Ozonoterapia sono :
- Azione antiinfiammatoria e antiedemigena per la riduzione delle sostanze pro-infiammatorie. L’ozono, infatti, migliora la capacità del sangue di apportare ossigeno ai tessuti; ne consegue un miglioramento del microcircolo e dell’ossigenazione periferica con attivazione dei processi riparativi e rigenerativi.
- Azione antidolorifica per inattivazione dei mediatori algogeni e induzione alla produzione di endorfine.
- Azione antibatterica e antivirale: l’ozono è una delle più potenti molecole antibatteriche/antivirali esistenti.
- Azione antiossidazione: l’ozono, di per sé ossidante, stimola potentemente la riattivazione dei sistemi difensivi enzimatici antiossidanti. Questo spiega la sua efficacia in tutte quelle patologie in cui è coinvolto lo stress ossidativo.
- Azione immunomodulata: normalizza e riequilibra le risposte immunitarie alterate dell’organismo aumentando quelle in difetto e riducendo quelle in eccesso.
Per quali patologie è utile l’Ozonoterapia?
Tra le numerose patologie che possono giovare dell’uso dell’Ozono medicale citiamo:
- Patologie da carente apporto di ossigeno, come problemi di circolazione arteriosa (es. ulcere arteriosclerosi) o venosa (es. ulcere flebostatiche), ulcere da decubito, maculopatia diabetica, maculopatia ischemica, maculopatia retinica degenerativa senile.
- Malattie croniche: l’autoemotrafusione maggiore trova indicazione nei pazienti defedati perché affetti da malattie croniche (diabete, BPCO, ecc..), oppure perché in età avanzata.
- Malattie degenerative: per alcuni tipi di malattie di tipo degenerativo su base immunitaria (es. artrite reumatoide), oppure da cause tuttora da definire come la sclerosi a placche o sclerosi laterale amiotrofica, che sembra avere una base fisiopatologica di origine mitocondriale.
- Allergologia: viene molto usata in questo campo per trattare diversi problemi di allergie, da quelle alimentari a quelle di contatto, dermatiti ed eczemi.
- Immunologia: è possibile usare questa terapia per trattare le sindromi autoimmunitarie come vasculiti, fibromialgie, connettiviti, lupus eritematoso.
- Gastroenterologia: risultati eccellenti si sono ottenuti nella cura e nel trattamento di epatotossicosi, Morbo di Crohn, colite ulcerosa, stitichezza, coliti, colon irritabile, intolleranze alimentari, ulcera gastrica, stipsi.
- Chirurgia: l’uso della GAET ha ridotto del 40% i tempi di recupero dopo l’intervento, dato che riduce le complicanze infettive post-chirurgiche.
- Ortopedia e Traumatologia: l’ozono accelera l’ossificazione di qualsiasi tipo di fratture, velocizzando così il recupero post-operatorio. Riduce inoltre i tempi di recupero da lesioni e rotture muscolari varie. La terapia riduce anche il dolore post-operatorio, le complicanze infettive post-chirurgiche, accelerando i tempi di recupero dopo l’intervento.
- Neurologia: in questo campo viene usata frequentemente per trattare cefalea vascolare, cefalea muscolotensiva, depressione, sindrome da affaticamento cronico e alterazione del tono dell’umore.
Come funziona il trattamento?
L’ozono, come tale, ha una vita molto breve, di pochi minuti. Non può quindi essere conservato, ma deve essere prodotto al momento dell’utilizzo. È necessaria quindi un’apposita apparecchiatura che trasformi l’ossigeno medicale in ozono e lo renda disponibile per l’immediata somministrazione. Può essere effettuato in due modi:
- Per via sistemica tramite autoemotrasfusione: consiste in un prelievo di sangue del paziente e nella sua immediata reinfusione in vena dopo essere stato miscelato con ossigeno e ozono.
- Per via locale tramite infiltrazioni intradermiche, sottocutanee, intramuscolari, intra – e peri-articolari, peritendinee, periradicolari.
Quanti trattamenti sono necessari?
In genere lo schema terapeutico dipende dalla condizione di base del paziente e dalle comorbilità. Si pratica, comunque, sempre un ciclo di sedute (da 8 a 12) a cadenza settimanale, bisettimanale e mensile. A seconda della gravità del caso si possono prospettare delle sedute di richiamo o ulteriori cicli nell’arco dell’anno per garantire la stabilità dei risultati ottenuti.
Sin dalle prime applicazioni il paziente avvertirà un senso generale di benessere e di vitalità.
L’Ozonoterapia può causare “reazioni avverse” o effetti collaterali?
L’Ozonoterapia è un trattamento sicuro, di rapida esecuzione e pressoché privo di effetti collaterali.
Per quali pazienti non è indicata?
L’Ozonoterapia è controindicata per i pazienti affetti da favismo, per la somministrazione sistemica. I pazienti con ipertiroidismo (non controllato) devono prima attendere la remissione del quadro clinico. Inoltre, per un generale principio di precauzione, si è deciso di non praticarla in gravidanza.
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