Immersioni subacquee profonde: come gestirle?
Rispondono il Dott. Pasquale Longobardi e il Dott. Paolo Della Torre
Laureati in Medicina e Chirurgia, con specializzazione in Medicina del Nuoto e delle Attività Subacquee all’Università G. d’Annunzio di Chieti.
L’organismo umano in immersione è sensibile alle pressioni parziali dei gas (forza esercitata da un singolo gas) e non alla profondità in metri.
Pressione dell’ossigeno
Il Centro Iperbarico di Ravenna raccomanda di non superare, nella miscela di fondo, una pressione parziale dell’ossigeno di 1,3 bar.
L’ossigeno ad elevata pressione parziale causa uno stress ossidativo che è usurante per la parete dei vasi sanguigni (endotelio) rendendoli suscettibili alla patologia da decompressione.
Per valori più alti, l’ossigeno innesca la tossicità da ossigeno neurologica potenzialmente pericolosa per la sopravvivenza (una convulsione in corso di immersione può causare morte per la sindrome da sommersione).
Pressione dell’azoto
Per l’azoto è raccomandata una pressione parziale massima di 3,2 bar (equivalente a quella dell’aria respirata a 4 bar, 30 metri di profondità). Per valori più alti aumenta il danno all’endotelio e aumenta significativamente la probabilità di incidente da decompressione, oltre che della narcosi da profondità. L’anidride carbonica è ammessa fino a 400 parti per milione.
Questo gas, a pressione maggiore, è altamente correlato con elevata probabilità di incidente da decompressione.
Elio
L’elio è invece amico dell’uomo perché protegge le batterie della cellula (i mitocondri) dal danno in caso di carenza di ossigeno. Quanto più elio vi è nella miscela di respirazione, tanto più sicura è la decompressione.
Nella immersione profonda è fortemente raccomandato l’utilizzo dei veicoli di propulsione subacquea (Dive Propulsion Vehicles, DPV o scooter subacquei) in modo da ridurre lo sforzo fisico e la conseguente infiammazione. Così come la protezione termica sia con muta stagna sottomuta adeguato che, principalmente, con giubbotto riscaldante da attivare prima della risalita.
In generale, si segnala che – al 2019 – è incerta la fisiologia dell’organismo esposto a pressione assoluta di oltre 13 bar (120 metri di profondità), pertanto per immersioni tecniche oltre tale profondità è fortemente raccomandata ulteriore prudenza.
Il Centro Iperbarico di Ravenna è una struttura sanitaria privata accreditata con il Sistema Sanitario Nazionale. Siamo specializzati nella cura di patologie trattabili con la somministrazione di ossigeno in camera iperbarica e nel trattamento di ferite che non si chiudono con trattamenti tradizionali (ferite difficili).
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