Come trattare gli incidenti da decompressione
Rispondono il Dott. Pasquale Longobardi e il Dott. Paolo Della Torre
Laureati in Medicina e Chirurgia, con specializzazione in Medicina del Nuoto e delle Attività Subacquee all’Università G. d’Annunzio di Chieti.
Il protocollo terapeutico per il trattamento degli incidenti da decompressione nell’attività subacquea ricreativa è riportato in una linea guida elaborata dagli esperti dell’European Committee for Hyperbaric Medicine (ECHM) nella Consensus Conference sugli incidenti da decompressione che si tenne in Marsiglia nel 1996, poi ribadita e aggiornata nelle successive Consensus Conference.
Il Centro Iperbarico di Ravenna ha acquisito grande esperienza, nei 30 anni di attività, nel trattamento di pazienti che hanno subito un incidente da decompressione. In Ravenna c’è una intensa collaborazione e sinergia tra il reparto di Neurologia (per la gestione del danno neurologico), il Servizio di Fisiatria (per il piano di riabilitazione) dell’Ospedale Santa Maria delle Croci della Ausl Ravenna e il Centro Iperbarico di Ravenna.
Il percorso terapeutico prevede:
● terapia iperbarica con somministrazione (anche a distanza di diverso tempo rispetto all’incidente) di ossigeno ed elio insieme. La miscela elio / ossigeno 50/50 permette di trattare l’infortunato a 4 bar (30 metri) con una pressione parziale dell’ossigeno di 2 bar (10 metri). La pressione parziale dell’ossigeno di 2 bar è ideale per facilitare la riparazione del tessuto nervoso danneggiato; l’elio accelera la trasmissione nervosa e, probabilmente, la stessa pressione assoluta (4 bar) ha un effetto favorevole di per sé;
● somministrazione – durante il primo trattamento iperbarico in elio/ossigeno – di Lidocaina, farmaco anestetico e antiaritmico che altera la depolarizzazione dei neuroni, bloccando i canali del sodio nella membrana cellulare (raccomandazione tipo 3, livello di evidenza C);
● riabilitazione (fisioterapia) in camera iperbarica iperbarica;
● riabilitazione convenzionale iniziata immediatamente, in aria ambiente (raccomandazione tipo 1, livello di evidenza C);
● riabilitazione in acqua e/o in camera iperbarica.
L’esperienza del Centro Iperbarico di Ravenna ha dimostrato che questo approccio integrato è utile anche a distanza di tempo nel trattamento degli incidenti da decompressione, come dimostra il caso di Andrea (leggi qui e qui) e quello di Ferdinando Acerbi, raccontato nel bellissimo libro AncorAmare
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