Dolore al petto in immersione: come comportarmi?
Valerio ci scrive un lungo messaggio per chiedere come comportarsi dopo l’episodio di forte dolore al petto occorso durante un’immersione. Vuole capire se è meglio sospendere l’attività subacquea, ecco il messaggio:
Ciao doc, sono Valerio. Mi avevi invitato a fornirti le copie degli esami e visite da me sostenute per capire se potevo avere problemi sott’acqua con le extrasistolie che mi erano state diagnosticate, per capire cosa fosse quel dolorino sul petto che avvertivo a volte in immersione e in camera iperbarica, simile a una digitopressione, sul petto. Ho tergiversato. Ho sempre continuato a immergermi ignorando tutto ciò perché, a priori, sono una persona che si trascura. Accetterò le frustate!
Ieri all’Argentario mi è successa una cosa poco piacevole, terminata senza incidenti. Negli ultimi due anni mi sono immerso convivendo con un problema fastidioso che non mi preoccupava molto. Ieri invece mi sono preoccupato molto.
Due anni fa, durante una immersione ricreativa, ho avuto un momento nel quale mi è sembrato di perdere la lucidità, come uno svenimento: mi sforzavo, resistevo e vincevo parzialmente. Ho terminato l’immersione senza alcun problema anche gestendo gli allievi. All’emersione ero nervoso e cercai di studiarmi ma non trovai la causa quindi non mi fu possibile risolverla. La subacquea è la mia vita e per questo non accettavo di avere un ostacolo né volevo rischiare addirittura di appendere tutto al chiodo.
Ieri ho capito veramente che è meglio non tirare troppo la corda. Mi sono immerso senza pensieri di responsabilità alcuna verso altri subacquei, da normale turista insieme a una guida, ad altri due sub e alla mia compagna. Non avevo neanche la macchina fotografica, nessun impiccio (solo la torcia). Discesa serena, come sempre: -15, -25, -30. Si procede alla profondità dei 30 metri, passano circa 10 minuti con una visibilità stupenda, compagni bravi e spensierati, costanti segnali luminosi con la guida .. tutto per una splendida immersione (acqua 22° gradi sul fondo). Cerco nei buchi, guardo, controllo spesso i compagni.
Improvviso e violento arriva il dolore al petto.
Mi ricordo della volta precedente, non mi spavento, lo ignoro e continuo sereno per alcuni minuti. Il dolore mi arriva come a frecciate. Ci convivo ma a un certo punto non riesco più a vincerlo. Mi sento di perdere i sensi. Mi sento svenire. Mi sento al limite, di non riuscire a resistere dallo svenire.
Vedo benissimo. Mi avvicino di corsa verso la compagna, gli afferro la mano e la stringo fortissimo (da quel momento non gliela mollo più fino a circa 15 metri). Le spiego che non sto bene, che mi deve stare vicina e riportare fuori. Si avvicina anche la guida. Riferisco tutto anche a lui (a suo dire: senza difficoltà alcuna, con chiarezza e con lo sguardo normale tanto da convincerlo a continuare l’immersione con gli altri clienti e lasciar risalire solo noi due). Con la mano stra-stretta alla compagna (poco esperta ma brava) gestisco il ritorno alla cima. Risaliamo lentamente guidati dal computer fino a – 15 metri. Ero in stato di semi lucidità. Mi hanno poi riferito che i miei movimenti sono sempre stati armoniosi e coordinati, lo sguardo normale. Sembra che fosse insospettabile il mio continuo lottare per non svenire. Giunto alla catena lasciavo la compagna e mi attaccavo alla stessa iniziando a stare meglio. – 10 metri: stavo sempre meglio, avevo ripreso lucidità. All’esterno il mio disagio era completamente insospettabile. Gestivo la risalita anche della compagna che era sprovvista di computer. Ci siamo fermati alla sosta dei -5 metri con una decompressione totale di venti minuti buoni. Nessun dolore al petto.
In superficie temevo il fatto di non poter più andare in acqua, di avere problemi seri. Dopo due ore era programmata una immersione alla massima profondità di 15 metri. Mi sono vestito e sono sceso con lo spirito di volermi ascoltare, di voler capire bene le sensazioni per potertele riferire il più chiaramente possibile. In questa seconda immersione non ho avuto alcun malessere: – 17 metri per 55 minuti, ho respirato normalmente (consumo di aria regolare), senza problemi.
Ho cercato di spiegarti più cose possibili. Sicuramente ho tralasciato cose importanti e ti avrò stressato con dettagli inutili. Posso solo dirti che ora ho messo giudizio.
Ti porto a conoscenza di quanto mi è successo e mi fermo prima di lasciarci le penne o mettere terzi in pericolo. Ora che si fa? Sono nelle tue mani per una visita, esami e per fare tutto quello che devo fare e che non ho mai fatto. Scusa la lunghezza del poema ma per me è la vita.
Grazie di cuore
Risponde qui sotto, nei commenti, il nostro Direttore Sanitario Dott. Pasquale Longobardi, laureato in Medicina e Chirurgia con specializzazione in Medicina del Nuoto e delle Attività Subacquee. Per approfondimenti sui nostri servizi legati alla medicina subacquea clicca qui sotto:
Pasquale Longobardi
Caro Valerio, grazie per l’attenzione e la stima. Il tuo racconto trasmette in maniera molto chiara le tue emozioni. Mi dispiace per il tremendo disagio che hai provato.
Il problema può essere connesso a due patologie:
• cardiaca – serve un elettrocardiogramma a riposo e da sforzo (con calcolo del Metabolic Equivalent of Tasks – METS); ecocardiografia con valutazione della frazione di eiezione ventricolare e del tempo di rilasciamento ventricolare; elettrocardiogramma secondo Holter (registrazione per 24 ore). Puoi eseguire questi esami presso la cardiologia dell’Ospedale della tua città, dove lavora una cardiologa che è anche subacquea.
• neurologica – potrebbe trattarsi di una radicolopatia (infiammazione di un ramo del fascio nervoso che fuoriesce dalla colonna vertebrale). Prima di procedere a indagini strumentali (Risonanza magnetica, ecc.) consiglio vivamente una consulenza dal dr. Francesco Fontana – abile fisiatra, subacqueo che collabora con il Centro iperbarico Ravenna (riceve in Cesena, Ravenna e Faenza).
Quando avrai gli esami fissa appuntamento con me (chiama Claudia Assirelli, mia assistente, al Centro iperbarico Ravenna tel. 0544-500152).
Sospendi le immersioni fin quando avremo chiarito il problema e concordato le soluzioni. Sii fiducioso, sono certo che ti immergerai in sicurezza.
Ciao, Pasquale
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