Ulcere da chemioterapia: come curarle?
Marisa ci scrive perché la cugina, attualmente in cura chemioterapica, soffre per delle ulcere sempre più grandi nelle zone colpite dal tumore, dove sono stati asportati i linfonodi. Per questo, scrive cosa si può fare per curare le lesioni:
Gentile Dottore, le chiedo un consiglio a nome di mia cugina Barbara (60 anni) che è affetta da mastite carcinomatosa dx ed è in cura presso l’IRST di Meldola. Attualmente è in cura chemioterapica con Gemcitabina e cisplatino.
Oltre ai problemi della cura, ha anche quello di ulcere che si stanno aprendo sempre di più al seno destro, sotto il seno e nel braccio destro, dove ha subito l’asportazione dei linfonodi.
Sta curando le ulcere ogni due giorni con connettivina e con fitostimoline ma direi che non ci sono miglioramenti in quanto c’è qualche volta anche sanguinamento, oltre dolore al solo sfioramento della parte lesa.
Le chiederei se si possa fare di più per questo tipo di lesioni , che la preoccupano molto perché sono visibili e la deprimono .
Tengo a precisare che il centro IRST è di eccellenza e siamo molto grati a tutto il personale ma vorremmo sapere un Suo gradito consiglio.
Cordiali saluti ed un ringraziamento per il Suo impegno.
Marina
Risponde qui sotto, nei commenti, il nostro Direttore Sanitario Dott. Pasquale Longobardi. Per saperne di più sul trattamento delle ulcere e delle lesioni clicca qui:
Pasquale Longobardi
18/10/2010, 20:50:45
cara Marina, ringrazio Barbara e te per l’attenzione e la stima.
L’IRST di Meldola è certamente una eccellenza e sono orgoglioso di averlo in Romagna. Fino a giugno era diretto dal dr. Augusto Zappi che è stato il fondatore del Centro Cura Ferite Difficili Ausl Ravenna (che ha sede presso il Centro iperbarico Ravenna). E’ la struttura che, sono certo, potrà aiutare Barbara .. un segno del Destino!
Le ulcere in corso di chemioterapia sono causate sia dalla tossicità del farmaco chemioterapico che dal fatto che i globuli bianchi sono “arrabbiati”.
Il farmaco irrita le cellule dell’organismo, si produce nel sangue una specie di “polvere cellulare” che irrita i globuli bianchi. Questi (che normalmente sono come delle palle da golf) diventano come dei polipi e attaccano i tessuti producendo l’ulcera.
Talvolta le ulcere si infettano. Vi sono dei momenti che sembra tutto vada bene, altri dove l’ulcera peggiora.
Presso il Centro Cura Ferite Difficili Ausl Ravenna abbiamo già trattato con successo altre pazienti affette da ulcere al seno dovute a chemioterapia, utilizzando medicazioni biologicamente attive come, per esempio, il Bionect Start o lo Hyalosilver spray (entrambi della Fidia Farmaceutici).
Prima però, sarebbe necessario valutare le ferite.
Il Centro è pubblico, con costo a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Ci si accede con la richiesta del medico di famiglia per “visita chirurgica presso Centro Cura Ferite Difficili Ausl Ravenna”. Per appuntamento contatti la segreteria 0544-500152. Alla visita, per piacere, mostri al medico e alla caposala (Patrizia Baroni) copia di questo messaggio.
Vi aspetto. Cordialmente, Pasquale Longobardi
GABRIELLA
11/12/2010, 15:07:47
Buongiorno, vorrei sapere se e’ possibile curare un’ulcera al seno dx (non operato). Per il medico e’ un tumore ma per ora mi ha dato una cura che mi lascia un po’ perplessa: ORMONI E CHEMIO IN PILLOLE che io non sopporto.. Il seno e’ molto infiammato e infetto, si potrebbe fare qualcosa nel Centro iperbarico Ravenna o Centro Cura Ferite Difficili Ausl Ravenna? Grazie per l’attenzione, Gabriella
Pasquale Longobardi
15/12/2010, 19:34:06
cara Gabriella, grazie per l’attenzione. E’ importante che la diagnosi sia certa. Basta una biopsia (piccolo prelievo di tessuto al centro e al bordo della lesione). L’importante è che il campione di tessuto sia letto da un anatomopatologo esperto in tumori.
Qualora si trattasse di un tumore – mi auguro vivamente che sia il contrario – sarà necessaria la stadiazione (espansione locale, interessamento dei linfonodi ed eventuali metastasi).
Altrimenti(assenza di tumore) la ferita andrà trattata nella maniera più appropriata: pulizia della lesione, trattamento antibotico per l’infezione, evitare la macerazione dei bordi e favorire la riepitelizzazione.
Il Centro Cura Ferite Difficili della Ausl Ravenna (tel. 0544-500152) ha competenza ed esperienza in merito che permette di dire con sicurezza se sia possibile la guarigione e in quanto tempo.
Daniele Donato Orioles
17/12/2010, 15:31:43
Buongiorno gentile dottore, mia madre soffre da diversi anni di diabete ed ipertensione. Ultimamente, oltre ad avere avuto diversi episodi infiammatori da artrite reumatoide, ha avuto un peggioramento di una ischemia generalizzata agli arti inferiori. Dopo un episodio di circa 4 anni fa, in cui per una ferita ad un dito del piede, dovuta ad una cattiva pedicure, le hanno minacciato l’amputazione dello stesso scongiurata soltanto da una nostra consultazione a Pisa (poi risolta con una medicazione).
Adesso ci ritroviamo nella stessa situazione sempre a causa di una cattiva pedicure.
Adesso, però, mi sono consultato con un mio amico dottore di Messina (mia mamma vive lì) che al momento le sta facendo fare medicazioni giornaliere con Bionect start pomata in attesa di un intervento col “palloncino” per allargare i vasi sanguigni terminali.
Può darmi qualche suggerimento o indirizzarmi in qualche centro specializzato vicino alla città di Messina. Ringraziandola anticipatamente per la pazienza Le invio cordiali saluti. Daniele Donato Orioles
Pasquale Longobardi
18/12/2010, 10:24:07
caro Daniele, ti ringrazio per l’attenzione e comprendo vivamente il dispiacere per la grave situazione della mamma.
Attualmente pare che l’impostazione sia giusta: la medicazione in uso è moderna e valida, l’angioplastica è l’approccio raccomandato.
Se vuoi verifcare l’opportunità di associare l’ossigenoterapia iperbarica (sarebbe indicata) contatta il dr. Marcello Blasco, direttore sanitario del Centro iperbarico in Augusta (vedi i contatti nel sito www.simsi.org – sulla destra della home page c’è il link “centri iperbarici”).
Il Centro Cura Ferite Difficili della Ausl Ravenna (tel. 0544-500152) è specializzato nella gestione del piede diabetico. All’ingresso viene valutata la situazione del piede secondo la classificazione PEDIS:
– Perfusione: ossimetria transcutanea; doppler velocimetria con valutazione dell’indice Ankle Brachial Index (ABI) che è il rapporto tra la pressione arteriosa alla caviglia e al braccio; laserdopplerflussimetria con valutazione dell’indice Toe Brachial Index (TBI) che è il rapporto tra la pressione arteriosa al braccio e al primo dito del piede, valutazione della componente neuropatica attraverso il test del riscaldamento, del riflesso da variazione posturale, della risposta all’ischemia temporanea
– Estensione e Profondità (Depth): valutazione delle dimensioni della lesione con strumentazione elettronica. Ha un valore prognostico: la lesione guarirà in tre mesi se le dimensioni si riducessero del 40% dopo 4 settimane di terapia
– Infezione
– Sensibilità: microfilamento di Siemmens, esame obiettivo, test del laserdopplerflussimetro
In questo modo ci è facile porre la giusta diagnosi (piede diabetico arteriopatico, neuropatico, misto) e, quindi, è sicuro ottenere un buon risultato:
– piede diabetico arteriopatico: rivascolarizzazione
– piede diabetico neuropatico, infetto: scarico del piede o riposo assoluto, pulizia chirurgica dell’infezione, antibioticoterapia
– piede diabetico misto: prima ripristino della circolazione poi pulizia dell’infezione.
In base al tuo msg, posso intuire che sia stato deciso che il piede della mamma soffre per arteriopatia.
Se, nonostante le cure in atto, non migliorasse potresti inviarmi delle fotografie della lesione e una scansione dei referti dell’angiografia e/o ecodoppler arterioso (email: scrivici@iperbaricoravenna.it) e potrei consigliarti in maniera più precisa.
Auguri di serene festività alla mamma e a te. Pasquale
Geni
20/11/2019, 13:31:14
Buongiorno,sono la moglie di un malato al quale è stato diagnosticato un carcinoma gastrico .Sta facendo cicli di XElOX ma sul finire del terzo ciclo sono comparse delle irritazioni sulla pianta dei piedi e su uno in particolare rivela a detta del nostro medico di famigli. Sentita la oncologa gli ha prescritto 2 creme a base di urea i risultati sono nulli Il medico di base ha detto di fare dei lavaggi 2 al giorno di amuchina Le sarei grata se mi risponderà e mi consiglierà su come procedere. In attesa di risposta porgo
cordiali saluti . Geni
Centro Iperbarico Ravenna
25/11/2019, 18:31:34
Ciao Geni, siamo molto dispiaciuti per tuo marito e vi auguriamo di affrontare tutto con forza. Presso il nostro centro abbiamo una forte specializzazione nel trattamento delle ferite difficili. Abbiamo quindi trasmesso la tua richiesta al reparto di competenza e ti risponderemo all’indirizzo email da te fornito.
A presto,
Lo Staff del Centro Iperbarico di Ravenna
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