Problema in immersione: si tratta di incidente da decompressione?
Ciao Pasquale, come anticipato in barca (dove siamo riuscite a farti lavorare anche nel giorno di riposo… ) ti invio il report di quanto mi è successo nell’incidente sub (estate 2010). Mi farebbe piacere esaminare insieme a te il tutto e seguire i tuoi consigli sulle cose da fare. Grazie ancora per la tua disponibilità e gentilezza. Un abbraccio, Carla.
Sveglia ore 6.30 per arrivare all’appuntamento delle 8.30 al Diving Center. Sto bene, anche se un po’ insonnolita, ma con un buon caffè passa tutto.
Prepariamo l’attrezzatura analizziamo nuovamente le nostre miscele: io ho un bibo 12 + 12 con miscela di 16% O2 – 42% He – 42% azoto e ho una stage da 11 litri con miscela di 15% O2 – 53% He – che ho previsto di utilizzare per la discesa e fin quando posso sul fondo. Controlliamo anche le nostre deco stage: ho un 50/50 e ossigeno.
Arriviamo sul punto dell’immersione, ci prepariamo e qui è l’unico momento dove sto a disagio per il caldo, ma come scendo sto benissimo. L’immersione procede bene: non mi affatico, non c’è corrente, non ho episodi di panico o preoccupazione i miei consumi rientrano benissimo nella mia norma (con la stage di fondo ho fatto 30 minuti e del bibo ho consumato 80 bar ca.)
Tutto va alla grande: l’immersione è bella e piacevole, anzi, molto piacevole. La mia profondità massima è stata di 74 mt. ca. 2/3 minuti poi siamo risaliti per vedere la parete più in alto. La profondità media alla decisione di chiudere l’immersione era di ca. 55 mt., il tempo di fondo è stato di 38′. Da qui abbiamo iniziato il piano decompressivo stabilito in precedenza:
1 stop fondo di 1′ a 51 mt., risalita di 3mt a minuto fino a 36 mt. Qui 2 minuti di stop e abbiamo rallentato la risalita a 3 mt., ogni 2 mt. arrivati ai 21 mt. Abbiamo fatto lo switch con il Nitox 50/50, facendo una sosta di 10 minuti a quella quota altri 10 minuti a 18 mt.; 4 minuti a 15 mt. 4 minuti a 12 mt. mentre a 9 mt. abbiamo fatto una sosta di 7 minuti con il gas di fondo.
A questa quota circa ho iniziato ad avvertire prurito all’altezza dello sterno, non gli ho dato peso pensando che fosse la muta che mi si era collassata addosso avendo finito l’aria per ricaricarla. Poi ho avvertito prurito, meno intenso, anche sui fianchi sempre attribuendolo alla muta.
Risaliti a 6 mt. abbiamo preso l’ossigeno, facendo 10 minuti di ossigeno e 5 minuti di break con il gas di fondo. Il prurito è diminuito. Abbiamo fatto un altro ciclo di 10′ di ossigeno a 6 mt. (dal grafico risulta che non sono stata sempre a 6 mt. ci sono momenti ma di brevissima durata in cui sono scesa a 7 mt. e poi risalita alla quota giusta) e 5 minuti di break. Dopo di che ci siamo alzati un po’ di quota, saremmo dovuti salire a 3 mt ma dal grafico risulta che sono stata sui 5 mt ca. Qui abbiamo respirato per 5 minuti l’ossigeno e a quel punto si poteva risalire ma, visto che con noi c’era altra gente che aveva ancora da fare 4 minuti di ossigeno, li abbiamo aspettati.
Usciti dall’acqua mi sono sganciata le stage in acqua e poi con il bibo in spalla sono salita sul gommone. Subito a bordo mi sono sentita affaticata. Non avevo neanche la forza di togliermi l’imbrago del bibo. Tolto il bibo, mi sono sentita bruciare i polmoni forte. Come respiravo mi veniva da tossire e, se tossivo, mi venivano i conati di vomito. Avevo difficoltà a respirare. Come provavo a prendere aria, tossivo. Ho dovuto respirare con atti molto corti. Cercavo di bere acqua ma la ributtavo fuori. Dopo un po’ che cercavo di stabilizzare la respirazione, senza riuscirci, ho iniziato a respirare ossigeno. Sembrava stessi meglio ma se mi alzavo tendevo a svenire, la vista diventava nera e sudavo freddo. Si sono presentate delle macchie sulla fascia del ventre, della schiena, dei glutei e della parte alta delle cosce.
Arrivati a terra mi hanno aiutata a salire in barca. Mi mi sono sdraiata e ho continuato con l’ossigeno. Poi sono andata in camera iperbarica. Mi hanno fatto tutte le analisi e anche la radiografia del torace. Prima di entrare in camera iperbarica hanno somministrato flebo per la reidratazione. Ho provato a stare in piedi ma mi girava la testa e mi si anneriva la vista. In camera iperbarica mi hanno fatto fare una tabella V U.S. NAVY modificata (circa due ore). Mi avevano consigliato di rimanere sotto osservazione in ospedale ma, siccome dopo la seduta mi sentivo molto meglio, sono voluta tornare a casa. La mattina dopo ho avuto per un po’ qualche episodio di giramento di testa ma poi sono scomparsi. E’ rimasta solo qualche macchiolina e indolenzimento delle zone interessate. La trachea andava molto meglio, si era quasi sfiammata del tutto. Mi hanno fatto ripetere l’emocromo, il giorno dell’incidente avevo i globuli bianchi a 17.000 (elevati), il giorno dopo erano a 9.300 (nella norma).
Risponde qui sotto, nei commenti, il nostro Direttore Sanitario Dott. Pasquale Longobardi, laureato in Medicina e Chirurgia con specializzazione in Medicina del Nuoto e delle Attività Subacquee. Per approfondimenti sui nostri servizi legati alla medicina subacquea clicca qui sotto:
Pasquale Longobardi
Cara Carla, ti ringrazio per l’attenzione e la stima.
I sintomi e segni che hai descritto sono coerenti con un incidente da decompressione polmonare e cerebrale.
Mi riservo di ricalcolare il profilo di decompressione per valutare se le tappe siano state efficaci per favorire la liberazione del gas inerte senza determinare l’innesco delle bolle ma, a prima vista, il profilo che mi hai inviato non presenta “errori” che possano giustificare un incidente così grave. Pertanto ritengo che l’incidente appartenga alla categoria delle forme “immeritate”.
La pressione parziale dell’ossigeno è corretta sia sul fondo che alla quota cambio (- 21 metri).
E’ necessario escludere che tu abbia uno shunt (travaso di sangue) da destra verso sinistra.
In base all’esperienza acquisita al Centro iperbarico Ravenna, ti consiglio di procedere come segue:
• Scintigrafia polmonare perfusionale con valutazione delle statistiche al cranio e reni. Quesito: escludere segni di shunt destra/sinistra polmonari o extracardiaci.
• Test ossigeno. Consiste nel sottoporsi a due prelievi per emogasanalisi, prima e dopo respirazione per trenta minuti in ossigeno ad alto flusso (per escludere lo shunt la tensione dell’ossigeno, dopo trenta minuti di respirazione, dovrebbe essere superiore a 400 mHg). Consiglio che il test sia eseguito presso il Centro iperbarico Ravenna perché lo staff è competente per le esigenze specifiche dell’attività subacquea e inoltre, durante l’esame, viene eseguita anche la rilevazione dell’ossimetria transcutanea. Il telefono della segreteria è 0544-500152.
• Ecodoppler transcranico con contrasto sonografico. Quesito: escludere la presenza di shunt destra / sinistra anche durante manovra di compressione addominale (squat). Quesito: quantizzare l’eventuale passaggio di bolle attraverso il circolo polmonare. Siccome è importante l’affidabilità dell’esame, preferirei che il test sia eseguito da un esperto che collabori abitualmente con il Centro iperbarico Ravenna (chiedi i numeri alla segreteria del Centro)
• Se tu fossi tendenzialmente stitica o avessi sofferto di patologia intestinale (p.es. colite) o epatica (p.es. epatite), ti consiglio anche una ecografia dell’alto addome (epatosplenopancreatica). Quesito: escludere patologie epatiche o intestinali. Falla prescrivere dal medico di famiglia.
Esegui il test ossigeno per ultimo, perché la procedura del Centro iperbarico Ravenna prevede la mia consulenza dopo tale test. Magari potresti coordinare nella stessa giornata anche l’ecodoppler transcranico.
Quando avremo chiarito se ci sia o meno lo shunt, decideremo insieme come procedere. In ogni caso, per quanto riguarda il problema che hai subito, tornerai a immergerti in sicurezza
Ti aspetto, Pasquale
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